San Valentino: tra trottolini, pulcini, cioccolatini e altre cose in “-ini”

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Ci siamo, nelle vetrine dei negozi c’è la giusta abbondanza di cuori rossi e derivati, nei bar e nelle pasticcerie i dolci hanno assunto solo forma di cuore e gli impasti si tingono di rosso, i fiorai sono pronti a confezionare mazzi di fiori e a maneggiare rose dai lunghi gambi che quest’anno nemmeno a Sanremo si son viste.

Dunque è arrivato il giorno di San Valentino, la festa degli innamorati, o meglio ancora dell’amore, che non riesce a mettere tutti d’accordo, tra chi l’attende, chi ne è indifferente e chi sostanzialmente la odia.

Ci sono, dunque, i soliti, tradizionali e irriducibili che proprio oggi danno libero sfogo a tutto il romanticismo che è in loro, talvolta esasperando al punto da trasformarlo in esibizionismo e pura ostentazione a favore di amici, parenti e vicini. E allora vai con l’assalto a ponti e incroci trafficati (nella mia città, Molfetta, il ponte del Vico e l’incrocio della Madonna dei Martiri) con striscioni e lenzuoli dalle scritte fatte con bombolette a spray e che denotano un po’ di tremarella: tra un “ti amo pulcino”, un “sei la mia vita topolina” e un “per sempre tua orsacchiotto” (naturalmente fino a quando non decide di sbranarla, in senso metaforico), la vecchia fattoria è completa e tutta la città di è messa al corrente.

Non può non mancare la classica serenata in cui lei attirata da un’insolita melodia si affaccia al balcone e si trova davanti scenari differenti: lui con un mazzo di fiori in mano che si diletta travirtuosismi vocali in una bella canzone neomelodica napoletana – facendo concorrenza alle serenate del “Boss delle cerimonie” –, oppure lui sempre con un mazzo di fiori in mano che canta una canzone di Jovanotti (ormai quella ufficiale per le serenate è diventata “A te”) o a scelta una di Baglioni da vero evergreen, e in entrambi i casi la musica proviene dallo stereo della macchina col volume sparato a palla e portiere e cofano rigorosamente spalancati.

Naturalmente ci sono anche i cultori della sobrietà, quelli che a San Valentino un fiore non manca mai, il Bacio della Perugina è un “must have” con annessa cena romantica a cui, a seconda delle esigenze e occasioni, si può allegare un intero week end in una spa per farsi coccolare insieme.Le occasioni in questione sono però diventate le offerte dei coupon acquistabili su internet, e qui la cosa si fa seria: sì, perché la ricerca dell’offerta giusta e ad un prezzo stracciato parte circa due mesi prima, con l’aggiornamento compulsivo ossessivo dei siti di coupon. Perché ormai, diciamoci la verità, se c’è il coupon è meglio. Forse.

Altro elemento immancabile è la lingerie sexy, per stuzzicare un po’ il partner e magari riaccendere il fuoco assopito sotto la cenere: così mentre una donna s’immagina in tutto il suo splendore, quasi come uno degli angeli di Victoria’s Secret, si ritrova in realtà a scegliere slip e reggiseno tra quelli in offerta alla Lidl. Ma in fondo è il contenuto quello che conta.

E se da una parte ci sono gli innamorati dell’amore, dall’altra ci sono quelli che proprio la festa di San Valentino non riescono a digerirla, un po’ perché la ritengono una festa ormai commerciale, un po’ perché il loro romanticismo sostanzialmente latita. La parte che rimare è costituita da single, quelli che oggi si rinchiuderanno in casa o cercheranno di unirsi in gruppi di sostegno; gli stessi che si riconoscono da lontano perché ogni 14 febbraio di ogni benedetto anno pronunciano o pubblicano su Facebook tale frase <<San Valentino è la sesta di ogni cretino, che crede di essere amato e invece viene fregato>>: a voi dico solo cambiate repertorio.

Insomma viva l’amore.

Una cosa però vorrei consigliare a tutti: se per caso oggi vi capiterà di vedere per strada o in un locale due uomini o due donne tenersi per mano o scambiarsi un bacio, non fate i bigotti.

Pensiero cazzeggio (ma mica tanto… ) – Impugniamo le matite!

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Natale sta arrivando ed io sono già all’opera. Come al solito con mille idee per la testa e poco tempo per realizzarle.

Anche quest’anno ci sarà il calendario dell’Avvento per aspettare Natale insieme (lo so, state tutti piangendo di gioia perché non vedevate l’ora! Perché sono lacrime di gioia quelle, vero??).

Come ogni anno dal primo al 25 dicembre, ogni giorno, ci sarà un post sul blog: deliri, ricette, consigli per regali e decorazioni, miei disegni (o per lo meno ci provo) e naturalmente tante chiacchiere. Tutto in questo grande contenitore.

Naturalmente si accettano consigli e idee!

Pensiero cazzeggio – Alzi la mano chi ha festeggiato San Valentino

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Anche se quasi a fine giornata, voglio condividere con tutti il mio articolo scritto in occasione di San Valentino sulla testata MolfettaViva con cui collaboro. Qui trovate il link diretto.

Che non sia solo oggi il pretesto per amarsi e andare oltre le differenze di genere.

 

Ci siamo, nelle vetrine dei negozi c’è la giusta abbondanza di cuori rossi e derivati, nei bar e nelle pasticcerie i dolci hanno assunto solo forma di cuore e gli impasti si tingono di rosso, i fiorai sono pronti a confezionare mazzi di fiori e a maneggiare rose dai lunghi gambi che quest’anno nemmeno a Sanremo si son viste.
Dunque è arrivato il giorno di San Valentino, la festa degli innamorati, o meglio ancora dell’amore, che non riesce a mettere tutti d’accordo, tra chi l’attende, chi ne è indifferente e chi sostanzialmente la odia.
Ci sono, dunque, i soliti, tradizionali e irriducibili che proprio oggi danno libero sfogo a tutto il romanticismo che è in loro, talvolta esasperando al punto da trasformarlo in esibizionismo e pura ostentazione a favore di amici, parenti e vicini. E allora vai con l’assalto al ponte del Vico e all’incrocio della Madonna dei Martiri, con striscioni e lenzuoli dalle scritte fatte con bombolette a spray e che denotano un po’ di tremarella: tra un “ti amo pulcino”, un “sei la mia vita topolina” e un “per sempre tua orsacchiotto” (naturalmente fino a quando non decide di sbranarla, in senso metaforico), la vecchia fattoria è completa e tutta la città di Molfetta è messa al corrente.
Non può non mancare la classica serenata in cui lei attirata da un’insolita melodia si affaccia al balcone e si trova davanti scenari differenti: lui con un mazzo di fiori in mano che si diletta travirtuosismi vocali in una bella canzone neomelodica napoletana – facendo concorrenza alle serenate del “Boss delle cerimonie” –, oppure lui sempre con un mazzo di fiori in mano che canta una canzone di Jovanotti (ormai quella ufficiale per le serenate è diventata “A te”) o a scelta una di Baglioni da vero evergreen, e in entrambi i casi la musica proviene dallo stereo della macchina col volume sparato a palla e portiere e cofano rigorosamente spalancati.
Naturalmente ci sono anche i cultori della sobrietà, quelli che a San Valentino un fiore non manca mai, il Bacio della Perugina è un “must have” con annessa cena romantica a cui, a seconda delle esigenze e occasioni, si può allegare un intero week end in una spa per farsi coccolare insieme.Le occasioni in questione sono però diventate le offerte dei coupon acquistabili su internet, e qui la cosa si fa seria: sì, perché la ricerca dell’offerta giusta e ad un prezzo stracciato parte circa due mesi prima, con l’aggiornamento compulsivo ossessivo dei siti di coupon. Perché ormai, diciamoci la verità, se c’è il coupon è meglio. Forse.
Altro elemento immancabile è la lingerie sexy, per stuzzicare un po’ il partner e magari riaccendere il fuoco assopito sotto la cenere: così mentre una donna s’immagina in tutto il suo splendore, quasi come uno degli angeli di Victoria’s Secret, si ritrova in realtà a scegliere slip e reggiseno tra quelli in offerta alla Lidl. Ma in fondo è il contenuto quello che conta.
E se da una parte ci sono gli innamorati dell’amore, dall’altra ci sono quelli che proprio la festa di San Valentino non riescono a digerirla, un po’ perché la ritengono una festa ormai commerciale, un po’ perché il loro romanticismo sostanzialmente latita. La parte che rimare è costituita da single, quelli che oggi si rinchiuderanno in casa o cercheranno di unirsi in gruppi di sostegno; gli stessi che si riconoscono da lontano perché ogni 14 febbraio di ogni benedetto anno pronunciano o pubblicano su Facebook tale frase <<San Valentino è la sesta di ogni cretino, che crede di essere amato e invece viene fregato>>: a voi dico solo cambiate repertorio.
Insomma viva l’amore.
Una cosa però vorrei consigliare ai cari concittadini molfettesi: se per caso oggi vi capiterà di vedere per strada o in un locale due uomini o due donne tenersi per mano o scambiarsi un bacio, non fate i bigotti. 

Keep calm… Natale sta arrivando!

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Novembre sta per volar via e quando su Twitter l’hashtag #Bauli diventa di tendenza allora inevitabilmente sai che Natale è vicino.

Va bene che – come dice il jingle di una nota pubblicità televisiva di un’altrettanto nota marca di panettoni e pandori e merendine varie – “A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai e a Natale si può dare di più”, però Valerio Scanu e Melegatti hanno esagerato.

Veramente, ditemi perché mai dovrei comprarmi per i pranzi o cene di Natale o Capodanno un pandoro con la foto di Scanu schiaffata sulla confezione che mi ammicca falso, con quella mano scioltamente tesa come se avesse appena lanciato una manciata di polvere di stelle quando al massimo può lanciare un po’ di zucchero a velo, giusto per rimanere in tema

ScanuChe poi, dovete sapere, io odio lo zucchero a velo sui dolci! Ma lo odio terribilmente, sia chiaro. Tipo che non ha ragione di esistere se messo dopo sui dolci già completi. Se sono completi nel gusto, nella forma e nel colore – come direbbe Piero Pelù – perché mai si deve mettere sopra questa polverina bianca sottile che si volatizza al minimo respiro e appena tenti di tirare un morso ti si attacca alla bocca, sul viso e anche sul naso. Per non parlare di quando inevitabilmente ti cade sulla maglietta rigorosamente nera!

Ma torniamo al panettone di Scanu che, essendo sardo, voi capirete che l’analogia con dolci come panettone o pandoro viene praticamente naturale, giusto no?

Poi, però, viste le “paraculate” sul web, la Melegatti ha specificato che il prodotto in questione è un’edizione limitata (e per fortuna per noi!) non in commercio, realizzata per il raduno dei fan di Scanu, che a quanto ho capito ha fatto il botto vincendo l’edizione speciale del programma “Tale e quale show”, il programma di Carlo Conti in cui mentre lui imita un africano (riuscendoci benissimo), vecchie glorie o meteore dello spettacolo tentano le luci della ribalta cercando di imitare grandi nomi della musica con tre chili di cerone in faccia, che se alzano un po’ di più le luci e la temperatura della studio va su, l’effetto “museo delle cere” stile Dario Argento è assicurato.

Nonostante il pandoro di Scanu, la Melegatti non si è fatta sfuggire una di quelle figuracce da far paura con un post sui social che recitava “Ama il tuo prossimo come te stesso… basta che sia figo e dell’altro sesso”: praticamente alla stregua di quelle dediche idiote che ci si scambiava sul diario alle medie, come “con amore e simpatia lascio qui la firma mia”; la rima era sicuramente il punto vincente delle dediche, se facevi la rima eri qualcuno!

Nel caso di Melegatti, nessuno ha ritenuto la frase simpatica, nemmeno un po’, e vista la chiara vena omofoba l’azienda ha fatto subito marcia indietro scaricando la colpa su un ufficio di gestione del marketing esterno. Insomma un pasticciaccio che dovrebbe essersi risolto, ma la figura di merda è stata fatta.

Insomma come direbbe quella buon’anima di Jon Snow (sempre se è realmente morto – scusate lo spoiler) “l’inverno sta arrivando” e il Natale anche.

Ormai la tipica corsa ai regali è stata soppiantata dalla corsa all’addobbo e allestimento ossessivo compulsivo, tanto che le luci e le prime palle (non ancora rotte…) sono comparse da fine ottobre. Cioè, io posso capire i grandi magazzini e rivenditori di articoli stagionali che giustamente devono allestire il tutto prima per venderlo al dettaglio, ma tu signora che hai messo già le luci colorate al balcone, o forse non le hai mai tolte dall’anno scorso, dimmi, perché lo fai! Tu non puoi immaginare l’ansia che provoca in me l’intermittenza delle tue luci. Per non parlare delle agenzie di viaggi che subito dopo Ferragosto ti propongono i pacchetti per Natale e Capodanno, giusto per farti ricordare che anche quest’anno tu rimarrai nuovamente a casa a fare indigestione di panettone e giochi con le carte.

Dite che sono cinica? Forse. È che quest’anno lo spirito del Natale stenta ad accendersi. Sarà la stanchezza, sarà che devo ancora una volta studiare e forse saranno tante altre cose.

Meglio guardare avanti, stringere i pugni e avere ancora un po’ di pazienza.

 


Semplicemente Buon Natale!!!

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Buon Natale! Questo semplicemente l’augurio che rivolgo a tutti voi.

Buon Natale a chi passerà di qui e a chi no; a chi conosco, a chi conosco davvero, a chi conoscevo e a chi non conosco affatto. Semplicemente l’augurio di una giornata speciale, serena, piena di sorprese e regali non solo materiali. Solo per oggi lasciamo da parte tutti i brutti pensieri, le negatività, l’astio e i rancori. Regaliamo e regaliamoci un Natale migliore (va beh, sembra lo slogan di una campagna elettorale!). È quello che vorrei.

Colgo l’occasione e ci tengo a rivolgere un grazie a chi ogni giorno contribuisce anche silenziosamente a far crescere questo blog, questo angolo disordinato e delirante che spero tenga un po’ di compagnia.

Naturalmente vorrei sapere come state trascorrendo questo Natale, cosa state mangiando di buono, quanto vi siete abbuffati, quali regali avete fatto e ricevuto.

 

Intanto mi aspettano altre due giornate colme di cibo e condivisione. Non so bene se e come ne verrò fuori. Se sopravvivo a questi pranzi e cene pantagrueliche mi ritrovate di nuovo qui.

 

-1 giorno! Domani é arrivato!

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Il pranzo della Vigilia sta per iniziare!
Intanto si tirano fuori copricapi molto sobri!

Solo -2 giorni a Natale

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Ecco un treno carico di regali, speranza e si spera serenità che sta per giungere nella stazione del Natale.

Solo due giorni e sarà Natale, il giorno tanto atteso, eppure in molti non vedono l’ora passi presto. Diciamoci la verità, a volte arriva quel momento, seppur fuggente, in cui un pensiero attraversa la nostra mente: ma quando passano queste festività? È un pensiero dettato dalle aspettative, dai preparativi che sembrano non finire mai, dall’ansia che tutto sia perfetto, dal cibo alla compagnia. Anzi soprattutto la compagnia. Sì, perché è proprio in questi momenti che si svelano pensieri celati per molto tempo, diventano palesi antipatie e simpatie, fino ad arrivare a inviti d’inclusione o esclusione inaspettati o talvolta già annunciati. Natale per le cosiddette “comitive” di amici (termine che nonostante continui ad essere usato, ritengo sia inappropriato per i gruppi di amici ormai trentenni o giù di lì – è un mio personale punto di vista), ma anche per i rapporti di amicizia in sé, è sicuramente un banco di prova, la prova del fuoco che tempra e rafforza, oppure inevitabilmente logora e spezza. Il fatidico punto dell’organizzazione delle serate è sicuramente la prova più dura: vieni tu da me o veniamo noi con altre trecentocinquanta persone? Porti il dolce o qualcosa di salato? Pandoro o panettone, ma senza canditi eh? Se per te è più comodo veniamo a casa tua che è più grande (e così non sporchiamo la mia che di mettermi a fare le pulizie a Natale non ho proprio voglia)? Portiamo una pietanza ciascuno e io porto una bottiglia di spumante per cinquanta persone, che dite basta? Insomma è una continua contrattazione, cercando di accontentare un po’ tutti i gusti e le pretese, compromessi raggiunti ingoiando bocconi amari solo per salvare un’armonia delicata come un gingillo di cristallo. Sarò cinica? Forse ma quasi dappertutto è quello che sta succedendo e sto osservando attorno a me. È semplicemente quell’aspetto del Natale che c’è ma è meglio che non si veda. Tanto alla fine si finisce per brindare comunque insieme e scambiarsi auguri con la consapevolezza che tra due giorni la quotidianità avrà spazzato via tutto.

Come si dice “a Natale siamo tutti più buoni”, ma rompi scatole lo si è trecentosessantacinque giorni l’anno…

Un -3 giorni che odora di biscotti

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Avete già comprato tutti i regali? Avete ultimato tutti gli acquisti? Se la risposta è sì e avete un pò di tempo libero tutto per voi e volete rendere il vostro Natale più speziato, allora non c’è niente di meglio che preparare dei biscotti fragranti e davvero profumati.

Naturalmente con l’aggiunta di zenzero e cannella. I cosiddetti “gingerbread”. Questi in particolare dovrebbero essere svedesi, dal nome improponibile di “pepparkakor”, simili a quelli dell’Ikea ma semplicemente più buoni perché fatti in casa.

È una ricetta che ho trovato tempo fa per caso su un giornale, di quelli arrivati per posta a casa, e incuriosita ho strappato la pagina e l’ho conservata. L’ho tenuta lì sulla scrivania fino a quando io e la mia amica Dana non abbiamo deciso di fare i biscotti per Natale. E quale occasione migliore per sperimentare questa ricetta che all’inizio mi è sembrata strana; quando ho preparato l’impasto mi è sembrato sbagliato; quando abbiamo sfornato i biscotti erano praticamente perfetti e buonissimi. Il risultato sono tanti biscotti croccanti fuori e morbidi dentro, profumatissimi, dal piacevole sapore speziato. L’unico difetto? Uno tira l’altro e non smetteresti di mangiarli soprattutto se sono ancora caldi.

Vi lascio la ricetta e procedimento.

Ingredienti:

  • 270 g di farina 00;
  • 90 g di burro;
  • 2 o 3 cucchiai colmi di miele;
  • 90 g di zucchero di canna;
  • ½ cucchiaino di cannella in polvere;
  • 1 cucchiaino di zenzero in polvere;
  • 1 pizzico di chiodi di garofani in polvere;
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci;
  • 90g di acqua.

Procedimento:

In un pentolino portate a ebollizione l’acqua assieme al miele, lo zucchero e le spezie mescolando spesso.

Togliete il pentolino dal fuoco e aggiungete il burro e mescolate fino a quando non si sarà sciolto.

In un’ampia ciotola unite la farina e il lievito e aggiungete poco per volta il composto liquido ancora caldo. Mescolate energicamente fino a ottenere un pasto omogeneo e morbido. Non preoccupatevi se risulterà troppo liquido perché dovrete farlo riposare per una intera notte in frigo all’interno di una ciotola coperta di pellicola trasparente.

Dopo il riposo riprendete l’impasto dal frigo e stendete piccole porzioni su un piano infarinato. Ritagliate i biscotti con le forme che più vi piacciono e disponeteli su una teglia foderata con carta forno. Cuocete per circa 10-15 minuti (dipende dal vostro forno) a 180°.

Sfornate e gustate il sapore del Natale!

-4 gironi al delirio!

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Manca davvero poco. Siete pronti?

Questa immagine mi piace particolarmente ecco perché ve la ripropongo. Spero possa piacere anche a voi.

 

 

-5 giorni a Natale!

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Questi giorni post veloci

Purtroppo anche quando si pianifica qualcosa a volte gli eventi rimescolano a casaccio le carte del tuo mazzo. Ma tranquilli, ci sono e continuo.