Nella casella del calendario dell’Avvento di oggi ho pensato di inserire uno dei piatti più tipici di questa giornata dell’Immacolata qui in Puglia, o per lo meno nella città di Molfetta: le frittelle. Al solo pensiero mi si scatena la fame, la gola si risveglia e parte l’acquolina in bocca. Spero di aver reso l’idea. Naturalmente “frittelle” è il nome con cui le chiamiamo nella mia città, ma sono anche conosciute con il nome di panzerotti o calzoni più a nord. In pratica diversi nomi per indicare un’unica straordinaria bontà.
Con l’8 dicembre si varca ufficialmente la soglia delle feste natalizie e di fine anno, ma si varca anche il punto di non ritorno delle grandi mangiate, di pranzi e cene pantagrueliche che ti siedi a tavola col sole e riesci ad alzarti quando il sole è sparito all’orizzonte da un po’. Il tutto naturalmente con tempi lunghi, pause tra una portata e l’altra, quello che si potrebbe perfettamente chiamare “slow food”. Un cibo da assaporare, da scoprire, ma soprattutto da condividere. E in questo noi in Puglia siamo degli specialisti indiscussi. Sedere alla tavola di un pugliese in questo periodo è quasi un’esperienza mistica.
Tra la festa dell’Immacolata, la vigilia, Natale, santo Stefano e Capodanno le famiglie sono messe davanti ad un’ardua scelta: preparare le frittelle o il calzone (per intenderci una focaccia ripiena di merluzzo o tonno con cipolla, olive, pomodoro… praticamente una bomba di gusto!).
Naturalmente la prima scelta condiziona le altre: de all’Immacolata si fanno le frittelle allora inevitabilmente a Natale sarà la volta del calzone o viceversa.
Ma torniamo alle frittelle. Prepararle è semplicissimo! L’impasto è semplicemente quello della pizza o della focaccia: farina, acqua, lievito, olio, sale e un pizzico di zucchero; impastare tutto insieme, una bella lievitazione e il gioco è fatto. Il ripieno, rigorosamente salato, varia da quelli più tradizionali come mozzarella, pomodoro e a piacere capperi, oppure cipolla, pomdoro e tonno, o ancora ricotta e prosciutto cotto, a quelli più creativi: spinaci, formaggi misti, verdure, e qualcuno ci mette anche la Nutella. Senza dimenticare le frittelle vuote che hanno comunque il loro fascino.
Basta semplicemente stendere l’impasto in dischetti di media grandezza, inserire nel centro un po’ di ripieno scelto, chiudere la frittella (facendo attenzione a far fuoriuscire l’aria così non si rischia che si possano rompere in cottura) e sigillare le mezze lune eliminando la pasta in eccesso con una rotella tagliapasta. Adagiare infine le frittelle nell’olio di semi ben caldo e cuocere fino a quando non avranno assunto un colore bello dorato.
C’è però da fare un appunto sulla grandezza delle frittelle che varia da famiglia a famiglia: piccole, medie, grandi il formato diventa un vero marchio di riconoscimento, un po’ come lo stemma di una casata. Così come il sistema di chiusura: c’è chi le sigilla con la rotella. Chi con le dita e poi ricama attorno al bordo un cordoncino, chi invece utilizza i rebbi della forchetta. C’è anche chi all’interno della stessa famiglia utilizza metodi di chiusura differenti per distinguere le frittelle dai ripieni differenti.
Insomma il mondo delle ricette natalizie è qualcosa di magico e tutto da scoprire. E se volete seguitemi perché continuerò a parlarvene!