Sono stati finalmente consegnati i David di Donatello, i premi cinematografici italiani – equivalenti agli Oscar americani – assegnati ogni anno dall’Accademia del Cinema Italiano, e arrivati alla 60esima edizione. La cerimonia di premiazione è stata condotta a Roma dal bravissimo Alessandro Cattelan e trasmessa su Sky.
A spartirsi la maggior parte dei premi sono stati in due, Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti e Il racconto dei racconti – Tale of Tales di Matteo Garrone.
L’Accademia ha però premiato come miglior film Perfetti Sconosciuti, la psicanalisi collettiva di individui la cui vita è governata dai telefonini di Paolo Genovese e di cui sembra sia stato confermato un remake in salsa americana con un cast stellare come Jennifer Lawrence, Bradley Cooper e Brad Pitt.
Grandissima rivelazione il film “Lo chiamavano Jeeg Robot” che ha visto trionfare Gabriele Mainetti come miglior regista esordiente, Claudio Santamaria come miglior attore protagonista, Ilenia Pastorelli come miglior attrice protagonista, Luca Marinelli come miglior attore non protagonista.
Un trionfo senza dubbio meritato per un film che palesemente può essere annoverato tra i migliori film italiani degli ultimi anni. E a dirlo non è solo l’Accademia del Cinema Italiano, non sono il numero dei premi vinti, a confermarlo è il pubblico. Una conferma che io stessa ho visto con i miei occhi nella sala del cinema della mia città, una multisala di periferia che proietta di tutto. Ho visto il film alla sua uscita, l’ho visto senza conoscerne nulla, senza aver letto recensioni, senza aver visto un trailer; avevo solo visto di passaggio dei manifesti enormi con un tizio dal volto celato che si ergevano ai lati del sottopasso di via Capruzzi a Bari; mi era sembrato di scorgere il nome di Claudio Santamaria, il che aveva portato la classica riflessione da grandissima critica cinematografica in erba quale sono: “ammazza quanto è figo Santamaria”.
Poi più niente, fino a quando una sera il mio fidanzato, che vive di film e cinema, non mi propone di andare a vedere “Lo chiamavano Jeeg Robot”, naturalmente accetto, altresì remore della riflessione da grandissima critica cinematografica in erba quale sono (vedi qualche rigo sopra).
Dopo mezz’ora di trailer, pubblicità, chiacchiericcio e cazzeggio diffuso nella sala, inizia finalmente il film e dopo poco… silenzio. C’era solo l’audio del film, in sala nessuno fiatava, anche il classico ruminante di pop corn aveva smesso di masticare. Tutti erano intenti a vedere quel film, senza commenti o parlottii vari; tutti avevano chiuso la bocca, averto orecchie e occhi e spalancato la mente. Quando infine le luci si sono riaccese è stato come destarsi da un sogno, riemergere dal profondo di un fumetto in cui per caso eravamo caduti, tutti.
È in quel momento che questo film ha vinto, per me e per tutti quelli presenti in sala.
Non ho mai visto un tale entusiasmo dilagare dopo la visione di un film, solo commenti positivi e pur volendo cercare difetti o carenze nelle riprese o nelle interpretazioni degli attori, nella fotografia o nei dialoghi pregni di romanesco verace, era praticamente impossibile.
Il film è bello, e se anche la definizione appare mera e riduttiva, la risposta la si poteva trovare sul volto di chi usciva da quella sala.
La conferma di tutto ciò è poi arrivata quando ho guardato il mio fidanzato e mi ha detto nell’ordine due frasi: “Voglio il blu-ray del film” e “lo rivediamo?”.
È fatta, “Lo chiamavano Jeeg Robot” è tra i miei film preferiti in assoluto.
Naturalmente subito dopo è subentrata un’attenta analisi da grandissima critica cinematografica in erba quale sono: “ammazza quanto è figo Santamaria!”.
Per quelli che se lo fossero perso, il film torna al cinema dal 21 di aprile.
Torniamo ai David di Donatello; ecco tutti i premiati.
Miglior film
Perfetti Sconosciuti, regia di Paolo Genovese
Miglior regista
Matteo Garrone per Il racconto dei racconti – Tale of Tales
Miglior regista esordiente
Gabriele Mainetti per Lo chiamavano Jeeg Robot
Migliore sceneggiatura
Filippo Bologna, Paolo Costella, Paolo Genovese, Paola Mammini, Rolando Ravello per Perfetti sconosciuti
Miglior produttore
Gabriele Mainetti per Lo chiamavano Jeeg Robot
Migliore attrice protagonista
Ilenia Pastorelli per Lo chiamavano Jeeg Robot
Miglior attore protagonista
Claudio Santamaria per Lo chiamavano Jeeg Robot
Migliore attrice non protagonista
Antonia Truppo per Lo chiamavano Jeeg Robot
Migliore attore non protagonista
Luca Marinelli per Lo chiamavano Jeeg Robot
Migliore autore della fotografia
Peter Suschitzky per Il racconto dei racconti – Tale of Tales
Migliore musicista
David Lang per Youth – La giovinezza
Migliore canzone originale
“Simple Song #3” per Youth – La giovinezza
Migliore scenografo
Dimitri Capuani – Alessia Anfusi per Il racconto dei racconti – Tale of Tales
Migliore costumista
Massimo Cantini Parrini per Il racconto dei racconti – Tale of Tales
Migliore truccatore
Gino Tamagnini per Il racconto dei racconti – Tale of Tales
Migliore acconciatore
Francesco Pegoretti per Il racconto dei racconti – Tale of Tales
Migliore montatore
Andrea Maguolo con la collaborazione di Federico Conforti per Lo chiamavano Jeeg Robot
Migliore fonico di presa diretta
Angelo Bonanni per Non essere cattivo
Migliori effetti digitali
Makinarium per Il racconto dei racconti – Tale of Tales
David Giovani
Giuseppe Tornatore per La corrispondenza