
Le nuvole dentro me sembrano essersi diradate. Almeno momentaneamente. Rimane però quel senso di malcontento, insoddisfazione latente ma presente che cerca costantemente una svolta. Novità e rinnovamento, queste le parole chiave. Ci stiamo lavorando.
E intanto è arrivato il freddo, non proprio quello vero ma pur sempre un assaggio di inverno, diciamo un antipasto. E così avanti con gli sbalzi di temperatura, correnti e spifferi traditori. Caldo freddo, freddo caldo, freddo freddo freddo, caldo caldo… zac! Fregata! Naso chiuso alternato a simil rubinetto gocciolante, ma non troppo, e soprattutto senza voce! Il che sarebbe un bene per qualcuno che farebbe volentieri a meno della mia voce, ma è sicuramente un male per il lavoro: arrivo alla fine del turno con la gola in fiamme e sembra che un falegname ci abbia dato dentro con della carta vetrata, quella a grana bella spessa. Completa il simpatico quadretto uno dei miei carissimi denti del giudizio che mi sta perforando la guancia in stile traforo del Monte Bianco.
Lo so devo cavare quel maledetto dente. Ma la verità è solo una… ho una paura pazzesca! Nulla mi terrorizza di più che il dentista, le sue mani di lattice nella mia bocca che armeggiano e fanno cose che io in quella posizione (scomoda tra l’altro) su quella poltrona non posso controllare. Odontofobia, questo il termine giusto. Prima o poi devo decidermi a farlo, a separarmi da quel pezzettino di me che tanto mi fa penare. Ma quando arriverà quel giorno vi prego sedatemi totalmente! Basta una martellata in testa, un leggero trauma cranico, una dose massiccia di allucinogeni, una bella inalata di metano ma non fatemi sentire dolore!
Va bene, torniamo alle cose serie.
Mentre assistiamo al “ballo della sedia “ per le primarie del centro-sinistra, mentre oltre oceano lo scontro tra titani per il controllo del Nuovo Mondo entra nel vivo, un altro evento sconvolge una mera esistenza, la mia. Sono a dieta. Ecco, l’ho detto, l’ho pensato e l’ho scritto. O comunque una presunta tale. Sì perché anche il dietologo sembra un presunto tale. D’altronde l’ha scelto mia madre che non ha mai seguito una dieta. Diciamoci la verità io sono la sua cavia, lei mi manda allo scoperto poi mi segue in sordina. Comodo, no? Devo dire che la dieta prescritta lascia molto a desiderare, niente spuntini e un mucchio di roba da mangiare a pranzo e cena. Se ci si mettono poi gli orari di lavoro aleatori allora seguirla è praticamente impossibile. Qualche chiletto l’ho perso, ma mi sto arrangiando come meglio posso.
Vedremo chi vincerà. Di sicuro ha perso il dietologo, di una “simpatia” unica.
Nel frattempo ho voglia di una red velvet cake. Quella torta mi ispira tantissimo! Vorrei assaggiarla, prepararla, condividerla. Prossimo esperimento? Speriamo.